03
agosto 2002
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Siamo in macchina e ci stiamo dirigendo verso l’aeroporto della
Malpensa. Sono entusiasta perché finalmente riesco vedere un posto
che da anni ho in mente. Il volo per Zurigo è in orario ma visto
che in cielo c’è traffico voliamo per 20 minuti in tondo aspettando
che si liberi l’aeroporto. Alle 21.00 si riparte e per otto ore
si vola. Cerco di dormire ma riesco solo per un paio di ore. Alle
sei, ora locale, atterriamo a Nairobi in Kenia e, a raccontarla
sembra una barzelletta, in questo momento piove. |
04
agosto 2002
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I telefonini funzionano e così faccio sapere che siamo arrivati
e dopo lo sdoganamento prendiamo un bus che ci porterà ad Arusha
in Tanzania. Ci sono circa 200 km da percorrere e la strada non
è delle migliori. Le cose si sanno ma quando si arriva in posti
dove la povertà fa da padrona è un colpo al cuore. Qui le persone
non hanno nulla, vivono con un po’ di bestiame e pochissima agricoltura.
Sono tutti lungo la strada e vanno avanti e indietro ma non so dove.
Al confine c’è un paese di frontiera, tantissimi controlli e timbri
sul passaporto e poi via. Alle 12 circa arriviamo ad Arusha pranziamo,
nel frattempo sono arrivati i 4 *4 e abbiamo fatto conoscenza. Dopo
un breve pranzo carichiamo i bagagli sulle jeep e partiamo. Il nostro
autista è un ragazzo giovane, 29 anni, e si chiama Tomas. Abbiamo
percorso circa 120 km lasciando alle spalle la città da Arusha e
li Kilimangiaro e siamo arrivati all’entrata del
TARANGIRI NATINAL PARK, un enorme estensione di territorio in
cui vivono i più caratteristici esemplari della fauna africana (la
caccia a questi animali è severissimamente proibita). Sono le 16,
il cielo è ancora coperto e la temperatura non è alta. Ci inoltriamo
nel parco e subito le zebre e gli antilopi fanno da padroni. Che
belle bestie, da vicino e in stato selvaggio non le avevo mai viste.
Incomincio ad emozionarmi ed eccitarmi. Andiamo avanti e sbucano
elefanti, giraffe, scimmie, gazzelle ..... che spettacolo. A sera
arriviamo nel Lodge per dormire e a differenza come uno se lo immagina
è una struttura bellissima e confortevole. Tantissime precauzioni
contro insetti e zanzare ma non ce ne sono molte per fortuna, probabilmente
dovuto alla stagione secca in cui siamo. Qui è inverno. |
05
agosto 2002
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Si riparte abbastanza presto perché dobbiamo fare molta strada.
Il nostro convoglio di quattro jeep si mette in fila e via. Dopo
pochi minuti Tomas abbandona la strada e si immette in un sentiero,
facciamo 500 metri e spegne l’auto. Sopra la nostra testa si intravedono
due leonesse su un ramo che dormono e sotto ci sono circa dieci
cuccioli che giocano. Più in la altre leonesse tengono d’occhio
i piccoli. Ho la pelle d’oca su tutto il corpo dall’emozione. E’
bellissimo vedere queste bestie così feroci che giocano fra loro
e dormono ; sembra impossibile che siano temute da tutti. Nel
frattempo incominciamo a famigliarizzare con il nostro autista e
con gli altri componenti del gruppo. Abbandoniamo il parco e ci
dirigiamo verso ovest, nel cuore della Tanzania. Lungo il percorso
facciamo visita ad un villaggio MASAI, popolazione che vive in queste
zone ancora come mille anni fa, senza corrente elettrica, senza
acqua, in capanne di terra e paglia. Quante domande mi vengono in
mente vedendo queste cose, noi provenienti da un mondo di frenesia,
da computer, macchine, servizi di ogni genere. Lasciamo al campo
villaggio alcuni quaderni, colori e penne che abbiamo portato per
le loro scuole e per i loro bambini. Si riparte e i nostri sguardi
si incrociano ma noi non parliamo. Manca poco al tramonto ed entriamo
nel parco a parere mio più bello del mondo : il SERENGETI,
popolato da tantissime gazzelle, impala, antilopi ed elefanti. Un
parco enorme con poca vegetazione e quello che c’è è tutto secco.
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06
agosto 2002
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Giornata dura questa, si sta fuori tutto il giorno e si mangia al
sacco. Pronti via e subito ecco di fronte a noi il re della foresta
,due leoni maschi che riposano su un'altura. Siamo molto vicini.
Danno una sensazione di potere e assoluta padronanza del territorio.
Più in là, ci sono una decina di leonesse con i cuccioli. La cosa
meravigliosa è che la madre porta i piccoli al fiume e insegna loro
a bere e a cacciare. Improvvisamente Tomas arresta la jeep e prende
il binoccolo, un fantastico ghepardo con il figlio sta riposando
all’ombra di una pianta. Siamo stati fortunati a vederlo perché
a differenza dei leoni, sono animali molto riservati e poco socievoli
quindi difficili da vedersi. Lo stesso vale per il leopardo ma grazie
a Tomas ne vediamo uno coricato su un ramo che dorme. E’ bellissimo,
simile al ghepardo ma tendente al marrone. Ripartiamo e vediamo
davanti a noi un gruppo di iene e facoceri. E’ incredibile come
la vita sia tranquilla quando i predatori non hanno fame. Ritorniamo
a sera ma prima di rientrare osserviamo ancora una mandria di bufali
al pascolo. |
07
agosto 2002
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La sveglia suona presto questa mattina, sono le sei e siamo già
in macchina. Verso le 8,30 ritorniamo in albergo per la colazione
e per ritirare i bagagli. Sono seduto sul muretto della reception
e osservo una scena incredibile: un babbuino è seduto sul tetto
della cucina, ha aspettato che si liberasse un po’ l’ambiente sottostante,
poi è sceso, ha rubato un cartone di uova ed è scappato. Grande
scorpacciata questa volta. Lasciamo alle spalle il Serengeti con
il suo colore dorato e la vita selvaggia anche se in questo periodo
dell’anno il 70% degli animali è migrata nella parte del Kenia,
più verde e più ricca d acqua. Nel primo pomeriggio arriviamo in
un’altra “meraviglia del mondo”: NGORONGORO
con il suo cratere. Fa abbastanza freddo perché siamo a 2500
metri sul livello del mare ma c’è molta vegetazione. Milioni di
anni fa era un vulcano attivo, poi si è spento ed è crollato creando
un cratere profondo 600 metri dal diametro di circa 20 km; oggi
è una riserva naturale con una miriade di animali. L’entrata del
parco si trova in alto e per scendere ci si impiega un’ora. Ci sono
le “topflat” piante molto alte con le foglie che formano un piano
e i cactus alti circa 4 metri. Finalmente incontriamo una mandria
di gnu e zebre, ce ne saranno un migliaio. In questo parco, verso
la zona centrale, c’è un grande lago salato e visto da lontano ha
uno strano colore rosa. Man mano che ci avviciniamo scopriamo che
il suo colore è dovuto ai fenicotteri che vivono lì. Bellissimi,
hanno le piume rosa e nere, sotto le ali sono rossi. Stiamo ad osservarli
per circa 30 minuti e poi, visto che il parco chiude alle 18.00,
andiamo in albergo ; una struttura spettacolare, con una grande
vetrata nella stanza che da sul cratere. |
08
agosto 2002
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Si parte alle 8; fa molto freddo ed è nuvoloso ma non piove. In
questa zona dell’Africa piove solo da febbraio ad aprile, scendiamo
e subito incontriamo una mandria di bufali al pascolo. Al nostro
passaggio si spaventano ma niente di anormale. A differenza del
bordo, il fondo del cratere è piuttosto secco ma la vegetazione
è alta. Ci fermiamo vicino ad una grande pozza d’acqua dove gnu
e zebre sono all’abbeveraggio. Notiamo qualche cosa di strano, le
zebre che a turno fanno da sentinella danno alcuni segnali di allarme
e scappano; dalla steppa sbucano due leonesse e durante la fuga
agguantano due gnu. Che spettacolo! E’ una scena molto cruda e sofferente
ma questa è la natura. Dopo 15 minuti di lotta lo gnu muore. Nel
pomeriggio abbiamo incominciato una grande ricerca e dopo circa
un’ora avvistiamo un rinoceronte che mangia, è raro vederli perché
ce ne sono solo 25 in questo parco. Con il rinoceronte abbiamo completato
i “ BIG FIVE ”: il leone, il leopardo, l’elefante, il bufalo ed
il rinoceronte. |
09
agosto 2002
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Si scende dalla montagna e andiamo a vedere l’ultimo parco:
LAKE MANIARA. E’ un grande lago e soprattutto una zona molto
verde perché riceve molta acqua dal Ngorongoro. Ci sono molte zebre,
giraffe, soprattutto volatili, circa 350 specie, babbuini e scimmie
blu. Impressionante il volo del pellicano. Questo è l’ultimo giorno
del safari ed è vissuto più selvaggiamente degli altri perché l’albergo
per la notte è un campo tendato. Le tende sono accoglienti, servizio
e doccia in camera, le chiusure a cerniera a prova di insetti e
animali. Comunque prima di mettermi a letto effettuo una ispezione
totale dell’ambiente. |
10
agosto 2002
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Questa sarà una giornata di “magoni”. Si fa ritorno ad Arusha dopo
4 ore di jeep, le ultime compere, un pranzo veloce e poi in aeroporto.
Ci commuoviamo salutando Tomas, uno scambio di e - mail e un mega
abbraccio. Rimarrà nei nostri cuori per la sua simpatia, disponibilità
e gentilezza. Sono seduto vicino al finestrino di un ATR 42 che
ci porta sull’isola di ZANZIBAR per 4 giorni di mare. Al decollo
scoppio in lacrime; non mi era mai successo alla fine di un viaggio,
ma l’Africa, gli animali, la natura, le persone conosciute, alla
fine fanno piangere..... |
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