Indice

04 agosto "partenza per New York"

07 agosto "Miami"

08 agosto "Cape Canaveral-Orlando"

09/10/11/12 agosto "Orlando"

12 agosto "St.Petersburg"

13 agosto "Marco Island"

14 agosto "Everglades National Park"

15/16 agosto "Key West"

17 agosto "rientro"


04 agosto 1998
Siamo in coda al check-in di Milano Malpensa e fra la folla intravedo un volto conosciuto. Incredibile, due amici prendono lo stesso nostro volo per New York. Che bello e cosi durante il tragitto spieghiamo a loro il nostro itinerario e per la permanenza in città di tre giorni ci fissiamo appuntamento così da girare insieme. Anche questa volta la mia passione per il volo mi porta in cabina del DC10 e, con il mio scarso inglese ed il loro scarso italiano, risolvo alcune problematiche che avevo avuto sui simulatori. Questo viaggio l’abbiamo affrontato in tre: l’Ermy, il Nello ed io (all’aeroporto abbiamo incontrato Pier Paolo, Cuca e Alberto). Tramite una nostra amica , la quale abita in Manhattan, abbiamo trovato un alloggio (di gran lusso) all’altezza del palazzo delle Nazioni Unite, in poche parole a 5 minuti a piedi da Central Park. I giorni sembrano volare via e di questa città mi è rimasto nel cuore un po’ tutto: la gente di tutte le razze e colori, i grattacieli da 100 e piu’ piani, i mega store, il traffico, i taxi gialli, le luci della notte ma soprattutto Time Square che ho definito “l’angolo piu’ bello del mondo”.

07 agosto 1998
Sveglia molto presto, anche se con il fuso orario non abbiamo problemi, e partenza per l’aeroporto di New Jersey. Dopo circa tre ore di volo atterriamo a Miami in Florida e subito il tremendo caldo – umido miscelato agli ambienti condizionati ci massacra. Preleviamo la macchina e l’Ermy si accorge di aver dimenticato lo zainetto sul bus che ci ha portato dallo sbarco al rental car. Con grande fortuna al loop del bus risale ed è ancora li, appeso al sedile dell’autista. 10$ di mancia (cazzo Ermy ma sono 20.000£…!!). Saliamo sulla nostra macchina, piccola esternamente ma con un motorino non indifferente, e andiamo in albergo sulla Miami beach. Una doccia veloce e poi in centro sul lungo mare. Non credo a ciò che vedo…camminare è difficile per la massa di persone, miriadi di locali e ristoranti con musica dal vivo e ballerine sui tavoli, luci e fuochi d’artificio. Un vero e proprio spettacolo e dura per tutta la notte. La sabbia bianca è ancora calda dal sole e di fronte ammiriamo la casa di Versace, ancora chiusa dopo il suo assassinio.

08 agosto 1998
La notte è stata corta (nel letto) ma questa mattina ci siamo alzati presto perché abbiamo un po’ di strada da percorrere. Lasciamo Miami e ci dirigiamo verso nord ammirando ancora una volta i grattacieli della costa e il mare di un colore verde – azzurro da cartolina. Dopo quattro ore arriviamo a Cape Canaveral dove c’è il Kennedy Space Center e la base di lancio spaziale della N.A.S.A. Entriamo e con il percorso guidato, visitiamo la rampa di lancio, le torri di controllo, saliamo sul mitico Schuttle ed entriamo nell’hangar dell’Apollo 13. Che bello, veramente un’esperienza indimenticabile. Ormai è sera e ripartiamo per arrivare ad Orlando che da qui dista circa due ore di macchina.

12 agosto 1998
I giorni trascorsi in Orlando city (il diario di Orlando si trova nella sezione Grandi città americane della home page) sono quattro, relativamente pochi per tutto ciò che c’è da fare ma purtroppo il tempo manca e dobbiamo ripartire. Ci stiamo dirigendo verso ovest per raggiungere la costa del golfo del Messico e nella serata contiamo di arrivare a St. Petersburg. La notte non ci fa vedere il colore del mare e neanche la sabbia ma il caldo soffocante e l’umidità ci sfiancano. Per fortuna che tutti gli ambienti sono condizionati ma per la salute non è un bene. Prima di ripartire facciamo un salto in spiaggia per vedere se è tutto come Miami o peggio. Non crediamo a ciò che vediamo: la sabbia bianca finissima a piccole parti è ricoperta da conchiglie di tutti i colori, l’acqua del mare ha colori che passano dal bianco all’azzurro, dal verde cristallino al verde scuro ma cosa mi ha veramente sorpreso (per chi è abituato al mare italiano) è la temperatura dell’acqua. Caldissima, secondo me 26-28°. Ci sono in mare anche strani pedalò a forma di grandi triciclo con rute di circa 1,5m di diametro. Pedalando le ruote con piccole pale sulle gomme fanno andare avanti o indietro. Le spiagge sono enormi e quindi anche se la gente è molta sembrano deserte. Le palme e tutta la natura è di un verde smagliante perché l’acqua è molta e, inoltre, ci stiamo dirigendo, a sud, verso una zona paludosa. Nel primo pomeriggio ci rimettiamo in strada e immancabile c’imbattiamo nel temporale quotidiano, di poca durata (10-15 minuti) ma di grande intensità d’acqua scaricata.

13 agosto 1998
La meta successiva è la piccola cittadina di mare Marco Island, un paradiso terrestre. Un aneddoto che è successo: ci troviamo in mare, a pochi metri dalla riva dove l’acqua arriva alle ginocchia, e si parla del più e del meno quando in mezzo a noi vediamo passare un’ombra di forma strana lunga circa 50 cm. Subito non abbiamo realizzato ma si tratta di uno squalo, ovviamente innocuo altrimenti non ci sarebbe il libero accesso in acqua, che tranquillamente fa il suo giretto e poi prende di nuovo per il largo. Siamo leggermente spaventati dal fatto ma qui sembra tutto normale, addirittura poco distante da noi ci sono alcuni bambini che lo inseguono e lo vogliono toccare. Meno impressionanti sono le razze di mare, anch’esse incuranti della nostra presenza, dove in questa zona raggiungono dimensioni piccole, circa 40-50 cm.

14 agosto 1998
Da Marco Island abbandoniamo la costa e ci dirigiamo verso sud-est entrando nella palude dell’Everglades National Park., regno delle ninfee, mandrovie bianche e grigie, dei pellicani e aquile di mare ma soprattutto degli alligatori. Con una guida locale prendiamo un motoscafo con il motore ad elica. Infatti in questi posti ,a volte, l’acqua è talmente bassa e densa che un motore tradizionale si incaglierebbe e addirittura ci sono tratti dove in velocità si passa sull’erba. Passiamo in mezzo a questa foresta che diventa sempre più fitta per sbucare in una baia dove al filo dell’acqua si vedono spuntare gli occhi degli alligatori. Il cuore batte forte (è la prima volta che vedo da vicino questi animali) e anche un po’ di timore mi fanno da padroni ma è tutto cosi emozionante. Ci sono esemplari da 3 metri e noi siamo molto vicino. Ora si vede tutta la testa e la schiena. La guida ci spiega la loro vita e abitudini, come cacciano e come si accoppiano. Un documentario dal vivo. Nella stagione invernale l’acqua sale di parecchi metri e allaga tutto per poi ritirarsi nella stagione estiva e lasciare la palude come l’abbiamo visitata noi. Ritornando al punto di partenza ci vengono incontro, curiosi, un gruppo di procioni e per non spaventarli abbiamo spento il motore. Ogni tanto un pellicano ci sorvola a bassa quota e l’istinto e quello di abbassare la testa. E un parco molto grande, copre tutta la zona meridionale della Florida e, quindi, per attraversarlo in macchina abbiamo impiegato molto tempo. Spesso ci fermiamo nei posti più belli per ammirare il paesaggio ed osservare questa esplosione di natura.

15-16 agosto 1998
Arriviamo sulla costa dell’estremo sud e da qui incominciano una serie di ponti che collegano fra loro, per circa 200 km, piccoli atolli di terra fino a Key West. Questo è il punto più meridionale degli Stati Uniti e siamo a circa 150 km, in linea d’aria, da Cuba. Inutile dire che il mare è splendido e caldo ma in più qui esiste la barriera corallina, una fra le più belle al mondo. Cosi andiamo al porto e prenotiamo un’escursione al largo. Il nostro battello ha il fondo di vetro e dopo circa un’ora e mezza di navigazione scendiamo e incominciamo ad ammirare lo spettacolo. Pesci tropicali di tutte le dimensioni e di tutti i colori, squali (questa volta sono un paio di metri di lunghezza e incutono un certo timore), tartarughe e poi la barriera, un vero e proprio giardino enorme sotto l’acqua. Ritorniamo a terra e facciamo un giro per gli innumerevoli locali in stile per cenare e per trascorrere la serata. Tutto e tutti sono in festa, ballano e cantano. E’ il paese in cui ha vissuto per un certo periodo della sua vita e la casa è aperta al pubblico per una visita. Il mattino seguente si riparte per Miami e poi per l’Italia con scalo, nuovamente, a New York.