05 agosto partenza da New York per Denver (Colorado) |
Dopo aver trascorso una serie di giorni a New York ci dirigiamo
all’aeroporto di Newark, nel New Jersey, dove alle 11 abbiamo il
volo, con la UNITED, per Denver, in Colorado. E’ una bella cittadina
anche se l’aeroporto è un gran casino perché è lo scalo principale
del centro America quindi è una struttura enorme messa in linea.
Prendiamo la macchina, una bellissima berlina 3500 cc di cilindrata
super accessoriata, e ci dirigiamo nel centro città dove trascorriamo
la notte per poi iniziare il vero e proprio giro dei Grandi Parchi
Americani. |
06 agosto da Rocky Mountain N.P.(colorado) a Salt
Like City (Utah) |
La prima tappa è veramente lunga, circa 900 Km da Denver a Salt
Like City nello stato dello UTAH passando dal Rocky Mountain National
Park che si trova a un centinaio di Km a nord della città. La sveglia
è molto presto, circa le 5.30 quando fuori è ancora notte. Il clima
della montagna si fa sentire e in piu’ c’è la nebbia che impedisce
la visuale. La prima tappa la facciamo in un paesino all’entrata
del parco dove tutto sembra magico e cinematografico: torrenti con
pontili in legno, mulini a pale, viali e marciapiedi con aiuole
fiorite di tutti i colori, negozi ben disposti e arredati e una
pulizia inverosimile. Mettiamo un bocconcino nello stomaco, ormai
il sole è alto e il panorama è splendido. Le montagne non sono come
le nostre alpi, tendono piu’ al tondeggiante ma la neve, oltre i
3000m, e il cielo blu contrastano con il verde dei prati e dei boschi.
Entriamo nel parco dove la strada, ad un certo punto, si dirama
e diventa a senso unico e poi sterrata. Essa è aperta da maggio
ad ottobre poi viene chiusa per problemi di neve. Si sale fino a
11500ft (circa 3200m) dove oltre ad esserci la neve fa un freddo
bestiale.Durante la salita svariate sono le tappe per osservare
lo spettacolo naturale che offre questo parco e soprattutto perché
le marmotte si piazzano nel mezzo della strada e aspettano che qualcuno
le dia da mangiare. Sorpassato il valico incomincia la discesa e
dopo un paio di ore si è nuovamente in pianura e ci dirigiamo a
ovest dove la strada diventa sempre piu’ diritta e noiosa. Anche
la temperatura a mano mano si alza e verso sera, stremati, arriviamo
a Salt Like City, città dei mormoni e del grande lago salato. Penso
sia una delle prime città in cui ho visto il sistema acustico dei
semafori per i ciechi. |
07 agosto Little Sahara/Bryce Canyon (Utah) |
Oggi abbiamo di fronte di nuovo un bel tragitto: da Salt Like City
al Bryce Canyon circa 600 Km. Partiamo subito al mattino presto
e come prima tappa andiamo al lago salato, pochi km a nord della
città, dove le coste sono bianche dovute al deposito di sale che
lascia l’acqua. Ci fermiamo giusto il tempo per alcune riprese e
foto e poi ripartiamo subito dirigendoci a sud. Durante la stesura
del programma avevo trovato su internet un posto, deviando dalla
strada principale, che mi aveva incuriosito molto: il Little Sahara
e la città di Eureka. Il primo, ovviamente è un deserto di sabbia
con dune molto alte e il secondo è una vecchia città nata nel periodo
delle miniere e della ricerca all’oro. Infatti passando per il centro
si ha una sensazione stupenda: sembra di vivere un film western
dove ci sono i saloon e le banche in legno, i ciuffi d’erba secca
che attraversano la strada, rotolando, spinti dal vento e le strade
non asfaltate con la polvere che forma piccoli vortici (quando siamo
rientrati in Italia, ho montato il filmino con le immagini in effetto
“sepia” e una musica adeguata che hanno reso ancor di piu’ la situazione).
Lasciamo questa zona e poco dopo ci rimettiamo sulla strada abbandonata
per arrivare al Bryce. Questo parco si trova nel sud dello Utah,
quasi al confine con l’Arizona. Siamo quasi al tramonto e appena
posato i bagagli, nella stanza di un lodge posizionato nel mezzo
di un bosco, facciamo un giro i direzione dei sentieri segnalati
che ci sono. Di colpo finiscono gli alberi e di fronte ci troviamo
uno spettacolo che personalmente mi ha fatto venire la pelle d’oca.
Per alcuni minuti non sono uscite parole dalla nostra bocca. Di
fronte a noi c’è il Bryce Canyon: le sue guglie sono di un colore
che va dal giallo al rosso al marrone, a secondo di come riceve
la luce del sole che sta tramontando, sul fondo il colore verde
degli alberi e lo scuro delle ombre si mescolano. Il vento e gli
agenti atmosferici hanno lavorato queste pareti in un modo talmente
artistico che sembrano innaturali. Appena il sole se ne va la notte
arriva ed un secondo spettacolo si fa avanti: il cielo stellato
con la via lattea sono di una visibilità estrema. Che giornata.!!!!.
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08 agosto Bryce Canyon (Utah) |
Il
lodge in cui dormiamo è in stile montano, completamente in legno
ed il terrazzo è a contatto con gli alberi del bosco. Ci siamo trovati
a dormire con gli scoiattolini (cip e ciop) che andavano avanti
e indietro per la stanza. L’intera giornata la trascorriamo lungo
i sentieri che portano nel cuore di questo parco visitando tutti
i punti previsti come da nostro programma. Ci sono anche visite
guidate ed i percorsi piu’ lunghi si possono fare a cavallo. A vedere
gli scenari che si presentano mi vengono in mente i cartoni animati
di willy il coyote ed i massi appoggiati, in bilico, sulle punte
delle guglie. All’incirca è cosi. La differenza dei sentieri rispetto
i nostri è che in quasi tutti i Canyon si parte dall’alto e si scende,
quindi la lunghezza del sentiero si sente al ritorno quando bisogna
salire. Ritorniamo in camera al crepuscolo e ci sediamo sul terrazzo
a bere una bibita e a rilassarci un po’ approfittando dal fatto
che in questo meraviglioso posto sostiamo due notti. Verso sera
il clima si raffredda perché ci troviamo a circa 1800m di altitudine
ma con una maglia si sta veramente bene. |
09 agosto Zion National Park (Utah) e Page (Arizona) |
Con una leggera nostalgia lasciamo il Bryce Canyon e ci dirigiamo
alla prossima meta, poco distante da qui, circa 150 Km. Ed ecco
che in tarda mattina facciamo l’entrata allo Zion National Park
Le altissime pareti a strapiombo caratterizzano questo parco e soprattutto
le filtrazioni d’acqua che si hanno a ¾ di pareti. Sembrano sudare.
La terra è rossa come l’asfalto della strada. Arriviamo al Visitor
Center, parcheggiamo e, dopo aver preso le cartine, ci inoltriamo
nel sentiero principale che porta nel mezzo delle pareti. Un piccolo
river lo attraversa e ci fermiamo per fare un bagno. L’acqua è freddissima
ma talmente pulita che ci tuffiamo lo stesso. Dopo pranzo risaliamo
in macchina e ripartiamo. Superiamo il confine di stato e da qualche
minuto stiamo percorrendo le strade dell’Arizona. Nel tardi pomeriggio
arriviamo a Page, la famosissima cittadina nata nel periodo in cui
costruivano la diga, diventata la seconda piu’ grande del mondo.
E’ impressionante vedere un Canyon pieno d’acqua per poi essere
vuoto al di la della diga. L’Arizona è caratterizzata, anche, dalle
numerosissime riserve indiane che vivono (la piu’ famosa è quella
dei Navajo). Ormai è sera e prima di cena facciamo un bagno nella
piscina dell’albergo, la temperatura esterna è calda e l’acqua ci
rilassa molto. |
10 agosto Page e Grand Canyon (Arizona) |
Page è un paesino di qualche migliaia di abitanti ma ha un fascino
particolare, dislocato in collina a pochi passi dalla grande diga.
Vista da vicino e poi da sopra è un’opera veramente imponente. Ci
affacciamo al muretto di sicurezza e da una parte tocchiamo quasi
l’acqua e dall’altra c’è uno strapiombo da capogiro. Un’altra attrattiva
di questo posto è l’Antelope Canyon, il quale si raggiunge solamente
con guide locali perché fa parte di una riserva indiana. E’ stato
creato dall’erosione dei corsi d’acqua quando il fiume è in piena
e quindi ha una forma conica con una base larga è una piccola intercapedine
a circa 10m da terra. Le pareti sono rigate con forme dovute ai
vortici della pressione dell’acqua ma la cosa meravigliosa è che
il colore della roccia cambia col passaggio del sole ed il suo spostamento.
Il periodo piu’ bello è verso mezzogiorno quando il sole si trova
perpendicolare e la luce entra riflettendo sulle pareti. Facciamo
pranzo in uno di quei posti dove, prima di adesso, si vedono solo
nei film. Grande salone con panche e tavoli in legno, bigliardo,
cow boy con i sigari e il cappello in testa, un fumo di fritto micidiale
e bionde cameriere che titubanti chiedono “ where are you from?”
“Ohh, beautifoul, I know Roma, Firenze and spaghetti but I can’t
go in holiday because the price is very expancive”.
Si fa tardi e cosi’ dopo un panino, un po’ di patatine fritte e
un’ottima pepsi partiamo per il Grand canyon che da qui non dista
molto ma visto che dobbiamo andare sulla riva sud, cioe’ dalla parte
opposta, occorre fare un po’ di strada. Prima dell’entrata del parco
ci imbattiamo in un temporale talmente forte che siamo obbligati
a fermarci per non rischiare di fare qualche incidente. Fortunatamente
in questo periodo dell’anno durano pochi minuti e rinfrescano leggermente
l’aria. Lo spettacolo che abbiamo di fronte è incantevole. Questa
crepa profonda circa 1000m e creata dal Colorado River è talmente
grande che si vede benissimo dal finestrino dell’aereo a 11.000m
di altezza. Un misto di colori bellissimo e una leggera foschia
dovuta all’umidita’ del temporale di prima. Cosi’, in macchina,
tocchiamo tutti i punti principali del percorso turistico fino a
sera e quando ormai è quasi buio andiamo in albergo per una doccia
e per cenare. Ci sediamo a tavolino e decidiamo che itinerario dobbiamo
fare per il giorno successivo. Le mappe e le cartine del posto offrono
tour per tutti i tipi e gusti. Decidiamo di scendere a piedi per
un sentiero che porta fino al River ma il tour è fatto di due giorni
perché ci sono 15Km da percorrere con un notevole dislivello. |
11 agosto Grand Canyon (Arizona) |
Ovviamente non possiamo fare questo giro completo ma ci fissiamo
come meta un punto intermedio dove poter sostare e ammirare da vicino
questo immenso parco. Ci svegliamo molto presto perché come prima
cosa andiamo in un market a comperare panini e da bere per il pranzo
che faremo al sacco e poi facciamo un’abbondante colazione. In macchina
arriviamo all’inizio del sentiero e poi ci incamminiamo a piedi,
giu’ per il Grand Canyon. La terra rossa e polverosa fa si che dopo
pochi metri siamo di un altro colore. Ci sono alcuni punti che si
trovano a costeggiare la parete e quindi da un lato c’è uno strapiombo
altissimo. Camminiamo vicino alla parete per non rischiare di scivolare
e di fare brutte fini. I cartelli lungo il percorso non sono molto
esaltanti: alcuni dicono di non inoltrarsi troppo se non si fa sosta
per la notte, altri dicono che la fatica di questi sentieri ha fatto
morire alcune persone. In piu’, nel caso qualcuno si sentisse male
e occorre chiamare i soccorsi o l’elicottero, 1000$ di multa. |
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